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La storia ha inizio, nel 2003,  quando Carlo Molino fondatore dell’associazione Live to Love conosce Giorgio Giaccaglia…..
Dalle sue parole….:
“Nel 2003, per un caso fortuito, conosco un collega ecografista di Caserta, Bruno Santoro. Egli ha costituito un’ associazione – no profit per sostenere ed aiutare il progetto di un suo amico e collega anestesista di Ferrara, Giorgio Giaccaglia, che ha iniziato la costruzione di un ospedale nella regione di Tharaka, una delle regioni più desolate e bisognose di cure del Kenya e dell’Africa.
Giorgio che ormai, dimessosi da primario anestesista, è stabilmente in Africa deve tornare per un breve periodo in Italia e Bruno sta cercando un chirurgo che possa recarsi nell’ospedale in qualità di chirurgo e direttore sanitario.
Da tempo in cerca di un’ occasione del genere, accetto con entusiasmo inconsapevole che la realtà sarà completamente diversa dall’ immaginazione.
Il volo Roma – Amsterdam - Nairobi dura più del previsto, ma è solo l’inizio di un viaggio ben più difficile. Arrivo in ospedale dopo otto ore di fuoristrada percorrendo un tragitto impervio e desolato, osservando, con grande emozione, l’assurdità di questa vita rudimentale. Le case di fango e sterco sono disperse in una natura selvaggia ed incontaminata dove tutti, grandi e piccoli, vivono allo stato brado, vestiti di pochi stracci e scalzi. I bambini ci salutano con gioia e simpatia e, nella speranza e nell’attesa di ricevere qualcosa da mangiare, ci accompagnano correndo al fianco del fuoristrada. Lo spettacolo è struggente ed assurdo!
L’ospedale è situato in piena foresta, nel villaggio di Matiri, un villaggio di poche centinaia di persone dove acqua, luce e qualsivoglia genere di prima necessità è sconosciuto.
In questo mondo malattie come malaria, TBC, AIDS, parassitosi intestinali e denutrizione mietono continue vittime con una mortalità infantile inaccettabile.
È uno spettacolo raccapricciante che mi coinvolge professionalmente ed emotivamente. Opero incessantemente, per più di un mese, trattando i casi più disparati, dai nefroblastomi alle masse tubercolari, dalle fistole vescico-vaginali alle prostatectomie, dalle fratture scomposte ai tagli cesarei. Numerose sono le storie impresse nella memoria e nel cuore e sono tutte di bambini colpiti dalle patologie più disparate ma che conservano sempre la loro allegria e la loro voglia di vivere.
Ormai mi reco in Africa periodicamente sostenendo le spese di viaggio e utilizzando i giorni di ferie a discapito della famiglia nella volontà di portare un gesto di solidarietà, a mio avviso, dovuto, in una società civile troppo spesso inerme e complice
Nella convinzione che questa realtà non si può disconoscere, ritornando alla vita comoda e fortunata di tutti i giorni mi impegno, una volta rientrato in Italia, nella raccolta di fondi; l’ospedale non è ancora completato e bisogna costruire un padiglione pediatrico.
Riesco, insieme a Bruno e grazie all’affetto di amici, a reperire i fondi e ritorno in Africa con il duplice scopo di portare il denaro e dare il mio contributo professionale.
Intanto l’ospedale incrementa sempre più il numero dei pazienti e diventa, in pochissimo tempo, una bellissima realtà. Allora decidiamo di scrivere un libro, un misto di racconto e foto che documenti quello che è stato fatto ma che trasmetta anche emozioni e sensazioni con l’intento di coinvolgere altre professionalità e ricavare, attraverso la vendita, fondi per la gestione dell’ospedale che al momento richiede circa 200.000 euro/anno.
Nasce cosi il  libro “Tharaka-un ospedale nella foresta” che viene presentato alla fiera del libro di Torino.
L’ospedale diventa pertanto autonomo e funziona a pieno regime con personale tutto indigeno e Giorgio, stimolato da nuovi progetti, si trasferisce in Tanzania nel paese di Mbweni, vicino a Dar Es salam, dove esiste un dispensario già costruito dall’Associazione Ruvuma di Milano che necessita di essere gestito,  ammodernato e  ingrandito.
Giorgio ne assume la direzione, si rimbocca le maniche ed insieme io, Bruno e tanti altri amici, decidiamo di sostenerlo. L’ospedale di Mbweni è una realtà diversa da Tharaka perché è vicino ad una grande città ed al mare pertanto accoglie moltissimi pazienti e necessita sicuramente di spazi più ampi ed uno spazio dedicato alla maternità. Costituisco, nel 2007, l’Associazione First Aid che successivamente si tramuta in “Vivere per Amare – Live to Love”, riconosciuta Onlus nel 2009 per raccogliere i fondi. Il progetto è impegnativo ma arriva al successo e il 26/11/2009 inauguriamo il nuovo padiglione maternità.
Al progetto maternità si aggiungono tantissimi altri progetti che prevedono la formazione del personale medico, l’istituzione di nuove tecnologie, l’aiuto alla scuola del villaggio sostenendone la edificazione, l’ammodernamento strutturale e la scolarizzazione e….man mano che passa il tempo sempre nuovi scenari e nuovi progetti si delineano al nostro orizzonte e noi ci prepariamo a realizzarli nello spirito che bisogna vivere con uno scopo…..Vivere per Amare – Live to Love”

 
   

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